Questo articolo è stato scritto dal nostro esperto che sta analizzando il settore e aggiornando costantemente il nostro business plan per un progetto artigianale.
Quanto guadagna davvero un artigiano in Italia? Una domanda fondamentale per chi vuole intraprendere questa strada imprenditoriale.
I dati del 2025 mostrano che il reddito netto medio di un artigiano si aggira tra 1.400 e 1.550 euro mensili, con significative variazioni in base al settore di specializzazione e alla zona geografica. La redditività dipende da molti fattori: dalla capacità di gestire i costi fissi (che vanno dai 600 ai 2.300 euro mensili) all'abilità nel fissare tariffe competitive che garantiscano margini lordi del 50-70%.
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Gli artigiani italiani guadagnano in media tra 1.400 e 1.550 euro netti al mese, con un fatturato annuo che varia da 25.000 a 40.000 euro per le attività individuali.
I margini di successo dipendono dalla gestione ottimale dei costi fissi e variabili, che insieme rappresentano il 55-80% del fatturato lordo.
Aspetto Economico | Valori Medi | Range di Variazione |
---|---|---|
Reddito netto mensile | 1.475 € | 1.400 - 1.550 € |
Fatturato annuo (individuale) | 32.500 € | 25.000 - 40.000 € |
Costi fissi mensili | 1.450 € | 600 - 2.300 € |
Margine lordo atteso | 60% | 50% - 70% |
Incidenza tasse e contributi | 27,5% | 25% - 30% |
Tariffa oraria media | 40 € | 25 - 80 € |
Contributi INPS fissi annui | 4.460 € | 4.460 € (fisso) |

Quanto guadagna in media un artigiano in Italia per fatturato mensile, annuale e tipologia di attività?
Il reddito medio di un artigiano in Italia varia significativamente in base al settore e alla zona geografica, con un range che va da 1.400 a 1.550 euro netti mensili.
Per quanto riguarda il fatturato lordo annuale, un artigiano individuale genera mediamente tra 25.000 e 40.000 euro, mentre le attività più specializzate possono superare queste cifre. Il fatturato mensile si aggira quindi intorno ai 2.100-3.300 euro lordi.
Le differenze per tipologia di attività sono notevoli: un orafo guadagna tra 950 e 1.600 euro lordi al mese, mentre elettricisti, idraulici e falegnami raggiungono i 1.400-1.500 euro netti mensili. Calzolai e sarti si attestano invece su cifre più basse, tra 1.000 e 1.200 euro netti al mese.
Il reddito netto annuale medio si posiziona quindi tra 16.800 e 18.600 euro, una cifra che riflette la realtà di un settore caratterizzato da alta variabilità reddituale.
Qual è il prezzo medio per un servizio artigianale e quanti se ne possono vendere quotidianamente?
Le tariffe orarie degli artigiani variano considerevolmente tra Nord e Centro-Sud Italia, con differenze che possono raggiungere i 15-20 euro all'ora.
Settore | Tariffa Nord (€/h) | Tariffa Centro-Sud (€/h) | Servizi/giorno |
---|---|---|---|
Idraulico | 35-65 | 25-50 | 2-5 |
Elettricista | 35-60 | 25-45 | 2-5 |
Falegname | 30-55 | 20-40 | 1-3 |
Piastrellista | 30-50 | 20-35 | 1-2 |
Sarto | 25-40 | 18-30 | 1-4 |
Specialisti alta gamma | 100-150 | 80-120 | 1-2 |
Riparazioni veloci | 25-40 | 20-35 | 5-8 |
Quali sono i costi fissi principali e la spesa media mensile?
I costi fissi rappresentano una voce cruciale nel bilancio di un artigiano, con importi che variano drasticamente in base alla dimensione dell'attività.
I contributi INPS fissi di 370 euro mensili sono obbligatori per tutti gli artigiani, indipendentemente dal fatturato. L'affitto del laboratorio può oscillare da 300 euro per spazi piccoli fino a 1.500 euro per strutture più ampie nelle zone centrali.
Le utenze (elettricità, gas, acqua, telefono) si attestano tra 100 e 300 euro mensili, mentre le assicurazioni professionali variano da 30 a 100 euro. I costi per commercialista e servizi amministrativi si aggirano sui 50-150 euro al mese.
Complessivamente, un artigiano individuale deve prevedere costi fissi mensili tra 600 e 2.300 euro, mentre per laboratori strutturati con personale la cifra sale a 1.500-3.000 euro e oltre.
Come incidono i costi variabili di materiali, forniture e manodopera sul fatturato?
I costi variabili rappresentano mediamente il 30-50% del fatturato totale, con variazioni significative in base al tipo di lavorazione e ai materiali utilizzati.
Per i materiali e le forniture, la spesa si aggira sui 5-15 euro all'ora per lavori standard, ma può aumentare drasticamente per lavorazioni su misura o con materie prime pregiate. Nel settore del legno, ad esempio, i materiali possono incidere per il 25-35% del prezzo finale.
La manodopera diventa un costo variabile significativo quando l'artigiano assume dipendenti o collaboratori. In questo caso, il costo del lavoro può rappresentare il 40-60% del fatturato, includendo stipendi, contributi e oneri accessori.
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Come si calcola la marginalità lorda e qual è il margine medio atteso?
La marginalità lorda si calcola sottraendo i costi variabili dal fatturato e dividendo il risultato per il fatturato stesso: (Fatturato - Costi variabili) / Fatturato.
Per i servizi artigianali, il margine lordo medio atteso si posiziona tra il 50% e il 70%, mentre per essere sostenibile a lungo termine si raccomanda di mantenere almeno un margine del 30-60%. Questo range permette di coprire tutti i costi fissi e generare un utile adeguato.
I lavori ad alta specializzazione o con forte valore aggiunto possono raggiungere marginalità superiori al 70%, specialmente quando l'artigiano riesce a differenziarsi dalla concorrenza attraverso competenze uniche o servizi personalizzati.
La chiave per mantenere margini elevati sta nell'ottimizzazione dei processi produttivi e nella capacità di valorizzare il proprio know-how presso la clientela.
Quali imposte, contributi e tasse deve pagare un artigiano?
Il sistema fiscale per gli artigiani prevede diverse tipologie di oneri che incidono significativamente sul reddito lordo annuo.
I contributi INPS fissi ammontano a circa 4.460 euro all'anno (370 euro mensili) e sono obbligatori anche in assenza di reddito. A questi si aggiungono i contributi variabili: 24% sui redditi superiori a 18.555 euro e 25% su quelli oltre 55.448 euro.
La tassazione varia in base al regime fiscale scelto: ordinario, forfettario o semplificato. Nel regime ordinario, si applicano le aliquote IRPEF progressive, mentre il forfettario prevede un'aliquota fissa del 15% (5% per i primi cinque anni in determinate condizioni).
L'incidenza totale di tasse e contributi si attesta mediamente tra il 25% e il 30% del fatturato lordo, rendendo fondamentale una pianificazione fiscale accurata per ottimizzare il carico tributario.
Qual è il reddito netto medio mensile e annuale effettivo?
Dopo aver sottratto tutti i costi e pagato le imposte, il reddito netto medio di un artigiano si posiziona tra 1.400 e 1.550 euro mensili.
Su base annuale, questo si traduce in un reddito netto compreso tra 16.800 e 18.600 euro. Tuttavia, queste cifre rappresentano una media che nasconde ampie variazioni settoriali e geografiche.
Il reddito effettivo dipende fortemente dalla capacità dell'artigiano di vendere i propri servizi o prodotti, dalla gestione efficiente dei costi e dalla zona di operatività. Gli artigiani del Nord Italia tendono a guadagnare il 15-25% in più rispetto ai colleghi del Sud.
È importante sottolineare che questi dati si riferiscono ad artigiani che lavorano a regime, escludendo i primi anni di attività caratterizzati da investimenti iniziali e costruzione della clientela.
Come cambia la redditività passando da singolo artigiano a impresa con dipendenti?
Il passaggio da artigiano individuale a impresa con dipendenti comporta una trasformazione radicale della struttura economica dell'attività.
L'artigiano singolo beneficia di margini percentuali più elevati (tipicamente 15-25%) grazie a costi fissi contenuti, ma è limitato nella capacità produttiva e nel fatturato massimo raggiungibile. Al contrario, le imprese con dipendenti registrano margini percentuali più bassi ma volumi di fatturato significativamente superiori.
Le piccole imprese artigiane (2-5 dipendenti) registrano margini del 5-10%, le medie imprese (6-15 dipendenti) del 7-12%, mentre le grandi strutture possono raggiungere il 10-15%. Questa apparente contraddizione si spiega con l'effetto scala: più dipendenti permettono di gestire più commesse contemporaneamente.
La redditività assoluta, però, tende ad aumentare con la dimensione aziendale, nonostante la riduzione dei margini percentuali.
Esempi concreti di scenari reddituali per diverse tipologie di attività
Per comprendere meglio le dinamiche economiche, analizziamo due scenari concreti che rappresentano le tipologie più comuni di attività artigianali.
Scenario | Fatturato Annuo | Costi Fissi | Costi Variabili | Reddito Netto | Margine Netto |
---|---|---|---|---|---|
Artigiano singolo - piccolo laboratorio | 35.000 € | 10.000 € | 14.000 € | 11.000 € | 31,4% |
Attività strutturata - 3 dipendenti | 120.000 € | 36.000 € | 60.000 € | 24.000 € | 20% |
Artigiano specializzato - alta gamma | 60.000 € | 12.000 € | 18.000 € | 30.000 € | 50% |
Laboratorio urbano - centro città | 45.000 € | 18.000 € | 20.250 € | 6.750 € | 15% |
Attività familiare - 2 soci | 80.000 € | 15.000 € | 32.000 € | 33.000 € | 41,25% |
Artigiano digitale - e-commerce | 50.000 € | 8.000 € | 25.000 € | 17.000 € | 34% |
Cooperativa artigiani - 10 membri | 200.000 € | 60.000 € | 100.000 € | 40.000 € | 20% |
Strategie pratiche per migliorare margini e redditività
Esistono diverse strategie concrete che ogni artigiano può implementare per aumentare la propria redditività senza necessariamente aumentare il fatturato.
- Ottimizzazione dei costi di approvvigionamento: Negoziare prezzi migliori con i fornitori, acquistare materiali in quantità per ottenere sconti volume, valutare fornitori alternativi mantenendo la qualità
- Aumento del valore percepito: Specializzarsi in nicchie ad alto valore aggiunto, personalizzare i prodotti/servizi, sviluppare un brand riconoscibile e creare packaging curato
- Gestione efficiente del tempo: Ridurre i tempi morti tra un lavoro e l'altro, automatizzare i processi amministrativi, organizzare meglio il layout del laboratorio
- Diversificazione dell'offerta: Aggiungere servizi complementari (manutenzione, consulenza, corsi), vendere prodotti correlati, offrire garanzie estese
- Digitalizzazione e marketing: Creare presenza online attraverso sito web e social media, implementare sistemi di e-commerce, utilizzare software gestionali per ottimizzare i processi
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Stagionalità dei guadagni e periodi migliori per il fatturato
La stagionalità rappresenta un fattore determinante per la pianificazione finanziaria di molte attività artigianali, con variazioni che possono raggiungere il 40-50% tra periodi di alta e bassa stagione.
I settori legati alle ristrutturazioni e manutenzioni registrano i picchi massimi in primavera ed estate, quando le condizioni meteorologiche favoriscono i lavori esterni. Marzo-giugno e settembre-ottobre sono i mesi più redditizi per idraulici, elettricisti, imbianchini e piastrellisti.
L'artigianato artistico e l'oggettistica seguono invece i cicli commerciali, con novembre-dicembre come periodo di massimo fatturato grazie alle vendite natalizie. Anche San Valentino e la Festa della Mamma rappresentano picchi stagionali importanti.
Per gestire efficacemente la stagionalità, molti artigiani diversificano l'offerta: in inverno si concentrano su lavori interni, riparazioni e manutenzioni, mentre in estate massimizzano i lavori esterni e le nuove installazioni.
Benchmark di riferimento per valutare i propri guadagni
Per valutare se i propri guadagni sono in linea con il mercato, è fondamentale confrontarsi con parametri di riferimento specifici del settore artigianale.
Un artigiano che supera i 1.600-1.700 euro netti mensili o i 20.000 euro netti annuali è considerato sopra la media del settore. Questi valori rappresentano il 75° percentile della distribuzione reddituale degli artigiani italiani.
Al contrario, chi rimane sotto i 1.200 euro netti mensili si posiziona sotto la media del settore. In questo caso, è necessario analizzare le cause: tariffe troppo basse, costi eccessivi, scarsa produttività o problemi di posizionamento sul mercato.
Il benchmark ottimale considera anche il rapporto tra reddito netto e ore lavorate: un artigiano efficiente dovrebbe generare almeno 15-20 euro netti per ora di lavoro effettivo, escludendo tempi morti e attività amministrative.
Conclusione
I guadagni di un artigiano in Italia dipendono da una combinazione complessa di fattori: specializzazione, zona geografica, gestione dei costi e capacità imprenditoriali. Con un reddito netto medio di 1.400-1.550 euro mensili, il settore offre opportunità interessanti per chi sa posizionarsi correttamente sul mercato.
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Questo articolo ha uno scopo puramente informativo e non deve essere interpretato come una consulenza finanziaria. Si consiglia ai lettori di rivolgersi a un professionista qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento. Decliniamo ogni responsabilità per eventuali azioni intraprese sulla base delle informazioni fornite.
La redditività di un'attività artigianale dipende da molti fattori specifici che variano in base al settore, alla location e alle competenze imprenditoriali.
Per massimizzare le possibilità di successo, è fondamentale avere una pianificazione finanziaria dettagliata e realistica fin dall'inizio dell'attività.
Fonti
- Indeed - Stipendi Artigiano
- JobbyDoo - Stipendi
- Il Mio Business Plan - Costo Orario Artigiano
- Il Mio Business Plan - Redditività Artigiano
- Scuola di Oreficeria - Guadagni Orafo
- Il Mio Business Plan - Tariffa Oraria Minima
- Faster Capital - Costi Variabili Artigianato
- FiscoZen - Partita IVA INPS
- INPS - Aliquote e Contributi Artigiani
- FiscoZen - Calcolo Tasse Partita IVA