Le società di sicurezza private: statistiche del settore
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Le prime 10 società di sicurezza private in Italia hanno generato un fatturato di 1,4 miliardi di euro
Le società di sicurezza private in Italia offrono una vasta gamma di servizi di sicurezza, tra cui sorveglianza, vigilanza, protezione di persone e beni, monitoraggio di sistemi di allarme, gestione dell'accesso e molto altro.
Queste società lavorano sia per clienti privati che per enti pubblici, fornendo servizi di sicurezza per proprietà commerciali, residenziali, eventi e infrastrutture critiche.
Le prime 10 società di sicurezza private sono: Securitas, Coopservice, Ksm, Ivs, Vigilar, Sicuritalia, Mondialpol, G4s, Cis e Sis. Queste aziende impiegano circa 50 mila addetti, pari al 40% degli occupati nel settore.
Le prime 10 società di sicurezza private operano in diversi ambiti, tra cui la vigilanza armata e non armata, il controllo accessi, la videosorveglianza, l’allarme e il pronto intervento, il trasporto valori e la gestione del contante, la sicurezza aeroportuale e ferroviaria, la protezione civile e l’antincendio.
Tra le tante realtà presenti sul territorio nazionale, le prime 10 società di sicurezza private si distinguono per il loro fatturato, che nel 2022 ha raggiunto la cifra di 1,4 miliardi di euro. Questo dato rappresenta il 57% del fatturato totale del settore, stimato in 2,5 miliardi di euro.
Fonte: Secure News
Il settore della vigilanza privata in Italia conta su 1.594 imprese
La vigilanza privata in Italia è un’attività regolamentata dalla legge 133/1991, che stabilisce i requisiti e le norme per le imprese e i lavoratori del settore.
Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza Privata, nel 2022 il settore della vigilanza privata in Italia conta su 1.594 imprese, di cui 1.362 autorizzate e 232 accreditate.
Le imprese autorizzate sono quelle che svolgono servizi di vigilanza armata e non armata, mentre le imprese accreditate sono quelle che svolgono servizi di sicurezza integrata, come la videosorveglianza, l’allarme e il pronto intervento.
Le imprese di vigilanza privata in Italia sono distribuite su tutto il territorio nazionale, con una maggiore concentrazione nelle regioni del Nord. Le regioni con il maggior numero di imprese sono la Lombardia (302), il Veneto (164) e l’Emilia-Romagna (156).
Le imprese di vigilanza privata in Italia offrono una vasta gamma di servizi ai loro clienti, tra cui la protezione di persone e beni, il controllo accessi, il trasporto valori, la sicurezza aeroportuale e ferroviaria, la protezione civile e l’antincendio. Le imprese di vigilanza privata in Italia devono rispettare gli standard qualitativi e professionali previsti dalla normativa vigente e dalle convenzioni collettive nazionali.
Fonte: G4 Vigilanza
462 imprese della sicurezza privata sono certificate dal Ministero dell’interno
La certificazione delle imprese di sicurezza privata è un requisito obbligatorio per operare nel settore, stabilito dal Ministero dell’interno con il decreto 269/2010.
Si tratta di un attestato che dimostra la conformità dei servizi, degli impianti e dei professionisti alla norma UNI 10891, che fissa i requisiti minimi di qualità per gli istituti di vigilanza privata.
La certificazione deve essere rilasciata da organismi accreditati da Accredia, l’ente nazionale per l’accreditamento degli organismi di certificazione e ispezione, previa iscrizione nell’elenco del Ministero dell’interno. Essa ha una validità di tre anni e deve essere rinnovata con le stesse modalità della prima emissione.
La certificazione garantisce ai clienti e al mercato la professionalità, l’affidabilità e la sicurezza delle imprese di sicurezza privata, che offrono servizi di vigilanza armata e non armata, sicurezza integrata, trasporto valori, sicurezza aeroportuale e ferroviaria, protezione civile e antincendio.
Secondo i dati del Ministero dell’interno, al 31 dicembre 2020, le imprese di sicurezza privata certificate erano 462, pari al 29% delle imprese autorizzate. Le regioni con il maggior numero di imprese certificate erano la Lombardia (97), il Veneto (55) e l’Emilia-Romagna (50).
Fonte: Census
In Italia sono state commesse 241.673 truffe e frodi informatiche
Le truffe e le frodi informatiche sono reati che colpiscono il patrimonio altrui attraverso l’uso illecito di strumenti informatici o telematici.
Si tratta di fenomeni in costante aumento, soprattutto con la diffusione di Internet e dei servizi online.
Secondo i dati del Sole 24 Ore, in Italia si registrano oggi più di 800 delitti informatici ogni giorno, di cui il 28% sono truffe e frodi informatiche. Queste possono assumere diverse forme, come il phishing, cioè l’invio di email false per ottenere dati sensibili, la clonazione di carte di credito, la vendita di prodotti inesistenti o difettosi, le truffe sentimentali o ereditarie.
Le truffe e le frodi informatiche sono punite dal codice penale con due distinti reati: la truffa, prevista dall’art. 640 c.p., e la frode informatica, prevista dall’art. 640-ter c.p.
La differenza tra i due reati è che nella truffa occorre un raggiro ai danni della vittima, mentre nella frode informatica occorre un’alterazione del funzionamento di un sistema informatico o telematico.
La pena per entrambi i reati è della reclusione da sei mesi a tre anni e della multa, ma può essere aumentata in presenza di circostanze aggravanti, come l’abuso della qualità di operatore del sistema o il furto dell’identità digitale.
La truffa è punibile a querela della persona offesa, mentre la frode informatica è punibile d’ufficio se ricorrono le circostanze aggravanti.
Fonte: Censis
Il 75,4% degli italiani dichiara di non sentirsi sicuro a frequentare i luoghi affollati
La sicurezza è una delle principali preoccupazioni degli italiani, che si sentono esposti a vari rischi e minacce nella vita quotidiana.
Secondo il 2° Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia, realizzato dal Censis, il 75,4% degli italiani dichiara di non sentirsi sicuro a frequentare i luoghi affollati, quota che è del 67,0% tra i più giovani. Questa percezione di insicurezza è legata alla paura di subire aggressioni, furti, rapine o attentati.
Per proteggersi dalle varie forme di criminalità, gli italiani possono contare sul lavoro delle Forze dell’ordine e delle imprese di sicurezza privata, che offrono servizi di vigilanza e protezione in diversi ambiti.
Tuttavia, i dati del Censis mostrano che il fenomeno della criminalità in Italia è ancora diffuso e preoccupante: nel 2020 sono state commesse 241.673 truffe e frodi informatiche, 203.000 furti in abitazione, 145.000 rapine e 1.200 omicidi.
Questi reati hanno un forte impatto sulla qualità della vita e sul benessere psicologico degli italiani, che richiedono maggiore sicurezza e prevenzione.
Fonte: Censis
Sono 76.203 gli addetti nel settore della vigilanza
La vigilanza è una professione che richiede competenza, responsabilità e dedizione.
Si tratta di svolgere attività di sorveglianza e protezione di persone, beni e ambienti, sia in forma armata che non armata. In Italia, il settore della vigilanza è regolato dalla legge 133/1991, che stabilisce i requisiti e le norme per le imprese e i lavoratori del settore.
Per esercitare la professione di vigilante, infatti, occorre essere in possesso di un decreto di Guardia Particolare Giurata (GPG), rilasciato dal prefetto dopo aver superato un corso di formazione e un esame. Inoltre, occorre essere iscritti all’Albo delle Guardie Giurate presso la Camera di Commercio competente.
Il settore della vigilanza in Italia è composto da diverse tipologie di imprese, che offrono servizi diversificati ai loro clienti.
Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza Privata, nel 2022 il settore della vigilanza in Italia conta su 1.594 imprese, di cui 1.362 autorizzate e 232 accreditate.
Le imprese autorizzate sono quelle che svolgono servizi di vigilanza armata e non armata, mentre le imprese accreditate sono quelle che svolgono servizi di sicurezza integrata, come la videosorveglianza, l’allarme e il pronto intervento.
Le imprese del settore impiegano complessivamente 86.659 addetti, di cui 76.203 nel settore della vigilanza. Si tratta di una forza lavoro qualificata e preparata, che contribuisce a garantire la sicurezza dei cittadini e delle imprese.
Fonte: Censis
Il 50,5% degli italiani ha fiducia nelle guardie giurate e negli operatori della sicurezza privata
La sicurezza privata è un settore che offre servizi di vigilanza e protezione a persone, beni e ambienti, in collaborazione con le Forze dell’ordine.
In Italia, il settore è in crescita e conta su oltre 86 mila addetti, di cui 76.203 nel settore della vigilanza.
Gli operatori della sicurezza privata sono professionisti qualificati, che devono possedere requisiti specifici e sottoporsi a corsi di formazione e aggiornamento. Il settore soffre ancora di una scarsa visibilità e considerazione sociale, nonostante la fiducia degli italiani nei suoi confronti sia in aumento.
Secondo il 2° Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia, realizzato dal Censis, il 50,5% degli italiani ha fiducia nelle guardie giurate e negli operatori della sicurezza privata. Si tratta di un dato positivo, che però non basta a colmare il gap tra la domanda e l’offerta di sicurezza nel paese.
Infatti, il 55,7% degli italiani è convinto che il settore avrebbe bisogno di un maggiore riconoscimento sociale, sia in termini di tutele normative che di opportunità professionali. Inoltre, il 62,8% degli italiani è convinto che ci sia una scarsa consapevolezza da parte della popolazione in merito a quello che le guardie giurate e gli operatori della sicurezza privata fanno.
Fonte: Censis
Oltre il 31% delle imprese certificate sono nate nel corso degli ultimi vent’anni
La certificazione delle imprese di sicurezza privata è un requisito obbligatorio per operare nel settore, stabilito dal Ministero dell’interno con il decreto 269/2010.
Si tratta di un attestato che dimostra la conformità dei servizi, degli impianti e dei professionisti alla norma UNI 10891, che fissa i requisiti minimi di qualità per gli istituti di vigilanza privata.
La certificazione deve essere rilasciata da organismi accreditati da Accredia, l’ente nazionale per l’accreditamento degli organismi di certificazione e ispezione, previa iscrizione nell’elenco del Ministero dell’interno. La certificazione ha una validità di tre anni e deve essere rinnovata con le stesse modalità della prima emissione.
La certificazione garantisce ai clienti e al mercato la professionalità, l’affidabilità e la sicurezza delle imprese di sicurezza privata, che offrono servizi di vigilanza armata e non armata, sicurezza integrata, trasporto valori, sicurezza aeroportuale e ferroviaria, protezione civile e antincendio.
Secondo i dati del Ministero dell’interno, al 31 dicembre 2020, le imprese di sicurezza privata certificate erano 462, pari al 29% delle imprese autorizzate. Tra queste, il 31% sono nate nel corso degli ultimi vent’anni, segno di una dinamicità e di una capacità di innovazione del settore.
Fonte: Federsicurezza
Il fatturato complessivo delle imprese certificate è stimato in circa 3,4 miliardi di euro
Le imprese di sicurezza privata hanno generato un considerevole fatturato complessivo.
La loro stima si aggira intorno a 3,4 miliardi di euro, rappresentando un settore di notevole rilevanza.
Le imprese certificate si distinguono per il loro impegno nel raggiungere standard elevati di qualità e sicurezza. Questa caratteristica le rende competitive sul mercato, attrarre nuovi clienti e garantire la fidelizzazione di quelli già esistenti.
La crescita delle imprese certificate è un segnale positivo per l'economia, poiché indica una maggiore consapevolezza delle aziende riguardo all'importanza della qualità e dell'efficienza. Inoltre, esse sono spesso considerate modelli di successo e ispirazione per altre imprese, che cercano di ottenere la certificazione per migliorare la propria competitività e reputazione.
Fonte: Federsicurezza
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