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Quanto si guadagna con un ristorante?

Questo articolo è stato scritto dal nostro esperto che sta analizzando il settore e aggiornando costantemente il nostro business plan per un progetto di ristorante.

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Aprire un ristorante richiede un investimento considerevole e la comprensione dei ricavi e dei costi è fondamentale per il successo.

I guadagni di un ristorante dipendono da numerosi fattori: dimensione del locale, tipo di cucina, posizione geografica, gestione operativa e capacità di controllo dei costi. In Italia, un ristorante medio può fatturare dai 180.000 ai 600.000 euro annui, con margini netti che oscillano tra il 5% e il 12%.

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Sommario

I guadagni di un ristorante variano significativamente in base alla tipologia e alla gestione operativa.

Ecco una panoramica completa dei principali indicatori economici per comprendere la redditività del settore ristorazione in Italia.

Tipologia Ristorante Fatturato Annuale Scontrino Medio Margine Lordo Costi Fissi Mensili Costi Personale Margine Netto
Trattoria 180.000 - 350.000 € 20 - 25 € 60 - 65% 8.000 - 15.000 € 25 - 30% 5 - 8%
Ristorante Classico 250.000 - 600.000 € 25 - 35 € 65 - 70% 15.000 - 25.000 € 30 - 35% 8 - 12%
Ristorante Gourmet 500.000 - 1.200.000+ € 50 - 80+ € 70 - 75% 25.000 - 40.000 € 35 - 40% 10 - 15%
Pizzeria 120.000 - 400.000 € 12 - 20 € 65 - 70% 7.000 - 18.000 € 25 - 30% 6 - 10%
Street Food 60.000 - 200.000 € 8 - 15 € 60 - 65% 3.000 - 8.000 € 20 - 25% 8 - 12%
Fast Casual 140.000 - 330.000 € 15 - 25 € 65 - 70% 8.000 - 15.000 € 25 - 30% 10 - 15%
Ristorante Etnico 210.000 - 480.000 € 20 - 30 € 65 - 70% 12.000 - 20.000 € 30 - 35% 8 - 12%

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Qual è il fatturato medio giornaliero, settimanale, mensile e annuale di un ristorante tipico in Italia?

Il fatturato di un ristorante in Italia varia significativamente in base a dimensione, tipo di cucina e posizione geografica.

Per un ristorante classico medio, il fatturato giornaliero oscilla tra 500 e 1.000 euro, considerando circa 30 giorni di apertura mensile. Questo si traduce in un fatturato settimanale di 3.500-7.000 euro e mensile di 15.000-30.000 euro.

Le pizzerie registrano fatturati più contenuti, con 350-650 euro al giorno, mentre i ristoranti gourmet possono superare i 1.500 euro giornalieri nelle location più prestigiose. I ristoranti etnici si posizionano in una fascia intermedia con 600-900 euro al giorno.

Su base annuale, una trattoria fattura mediamente 180.000-350.000 euro, un ristorante classico 250.000-600.000 euro, mentre un ristorante gourmet può superare i 500.000 euro, arrivando anche a 1.200.000 euro nelle ubicazioni più esclusive.

Questo è proprio uno degli aspetti che approfondiamo nel nostro business plan completo per aprire il tuo ristorante.

Qual è lo scontrino medio per cliente e quanti coperti si riescono a servire al giorno?

Lo scontrino medio varia considerevolmente in base al posizionamento del ristorante e al tipo di offerta gastronomica.

Tipologia Scontrino Medio Coperti/Giorno (30 posti) Coperti/Giorno (80 posti) Rotazione Media Coperti Settimanali Peak Days
Pizzeria 12-20 € 50-70 120-180 2-2.5x 300-500 Venerdì-Domenica
Trattoria 20-25 € 40-60 100-150 1.5-2x 280-420 Weekend
Ristorante Classico 25-35 € 40-60 100-150 1.5-2x 280-420 Venerdì-Sabato
Ristorante Gourmet 50-80+ € 25-40 60-100 1-1.5x 175-280 Sabato sera
Street Food 8-15 € 60-100 150-250 3-4x 420-700 Pranzo + Weekend
Fast Casual 15-25 € 50-80 120-200 2.5-3x 350-560 Tutti i giorni
Ristorante Etnico 20-30 € 45-65 110-160 1.5-2x 315-455 Weekend

Quali sono i principali costi fissi di gestione di un ristorante?

I costi fissi rappresentano le spese che il ristorante sostiene indipendentemente dal volume di vendite.

L'affitto del locale costituisce generalmente la voce più rilevante, variando da 1.500 euro mensili per locali periferici fino a 6.000 euro o più nelle zone centrali delle grandi città. Le utenze (energia elettrica, gas, acqua) incidono mediamente per 900-2.500 euro al mese, a seconda delle dimensioni e dell'efficienza degli impianti.

Il costo del personale fisso, includendo stipendi base, contributi e oneri, rappresenta tipicamente il 25-35% del fatturato totale. Per un ristorante medio questo si traduce in 6.000-15.000 euro mensili. Le assicurazioni, licenze e tasse locali comportano una spesa aggiuntiva di 300-700 euro al mese.

Complessivamente, i costi fissi mensili per un ristorante medio oscillano tra 13.600 e 26.200 euro, rappresentando circa il 45-55% del fatturato totale. Una gestione ottimale richiede il mantenimento di questi costi entro il 50% dei ricavi per garantire la sostenibilità economica.

Quali sono i principali costi variabili e quanto incidono sul totale?

I costi variabili aumentano proporzionalmente al volume delle vendite e includono principalmente le materie prime.

Il costo delle materie prime alimentari (food cost) rappresenta tipicamente il 25-35% del fatturato, mentre il costo delle bevande (beverage cost) si attesta sul 15-25%. I ristoranti gourmet tendono ad avere food cost più elevati (30-35%) per la qualità superiore degli ingredienti, mentre le pizzerie mantengono costi più contenuti (25-30%).

Altri costi variabili includono i materiali di consumo (tovaglioli, stoviglie monouso), le commissioni sui pagamenti elettronici (1-3% del fatturato) e i costi di delivery quando applicabili. Complessivamente, i costi variabili incidono per il 30-40% sul fatturato totale.

Una gestione efficace del food cost è cruciale: ogni punto percentuale risparmiato si riflette direttamente sul margine operativo. Controllo delle porzioni, riduzione degli sprechi e negoziazione con fornitori sono strategie fondamentali per ottimizzare questi costi.

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Qual è il margine lordo medio di un ristorante?

Il margine lordo rappresenta la differenza tra ricavi e costo delle materie prime vendute.

Per la maggior parte dei ristoranti in Italia, il margine lordo si attesta tra il 60% e il 70% dei ricavi totali. I ristoranti gourmet registrano margini superiori (70-75%) grazie al maggior valore percepito e alla possibilità di applicare ricarichi più elevati. Le pizzerie mantengono margini solidi (65-70%) per i costi contenuti delle materie prime base.

Le bevande contribuiscono significativamente al margine lordo complessivo, con ricarichi che possono raggiungere il 300-500% per vini e cocktail. Un ristorante che sviluppa una forte carta dei vini può migliorare sensibilmente la propria redditività.

I ristoranti street food e fast casual, pur avendo scontrini medi inferiori, mantengono margini lordi competitivi (60-65%) grazie ai processi standardizzati e ai volumi elevati che permettono economie di scala negli acquisti.

Quali sono i costi del personale e come calcolare il giusto rapporto con il fatturato?

Il costo del personale deve essere attentamente bilanciato per garantire qualità del servizio e sostenibilità economica.

La regola generale prevede che il costo totale del personale (stipendi lordi, contributi, TFR, oneri vari) non superi il 35% del fatturato per ristoranti full service e il 25-30% per fast casual. Per un ristorante con 300.000 euro di fatturato annuo, questo significa 75.000-105.000 euro dedicati al personale.

Il calcolo include non solo gli stipendi base, ma anche straordinari, contributi INPS (circa 30% degli stipendi lordi), assicurazioni e eventuali benefit. Un ristorante di medie dimensioni impiega tipicamente 6-10 persone tra cucina, sala e gestione.

La produttività del personale si misura dividendo il fatturato per il numero di dipendenti: valori superiori a 40.000 euro per dipendente indicano un'organizzazione efficiente. La formazione continua migliora sia la qualità del servizio che l'efficienza operativa.

Quali sono i costi di affitto nelle principali città italiane?

I costi di affitto variano drasticamente in base alla location e rappresentano una delle voci più critiche nel business plan.

Città Centro Storico (€/mq/mese) Zone Commerciali (€/mq/mese) Periferia (€/mq/mese) Locale 100 mq Centro Locale 100 mq Periferia Incidenza su Fatturato
Milano 45-60 25-40 15-25 4.500-6.000 € 1.500-2.500 € 8-15%
Roma 40-55 22-35 12-22 4.000-5.500 € 1.200-2.200 € 8-14%
Firenze 35-50 20-30 12-18 3.500-5.000 € 1.200-1.800 € 10-16%
Napoli 25-35 15-25 8-15 2.500-3.500 € 800-1.500 € 12-18%
Bologna 30-40 18-28 10-18 3.000-4.000 € 1.000-1.800 € 10-15%
Torino 25-35 15-25 8-15 2.500-3.500 € 800-1.500 € 12-16%
Bari 20-30 12-20 6-12 2.000-3.000 € 600-1.200 € 15-20%

Quanto incidono tasse e contributi sul fatturato?

Il carico fiscale rappresenta una componente significativa che impatta direttamente sulla redditività finale.

Un ristorante in Italia affronta un'aliquota IVA del 10% sui servizi di ristorazione, che viene versata mensilmente all'Erario. L'IRPEF varia dal 23% al 43% in base al reddito imponibile, mentre l'IRAP regionale si attesta al 3,9% del valore della produzione.

I contributi INPS per i dipendenti ammontano al 30% circa degli stipendi lordi, mentre per il titolare dell'attività i contributi oscillano tra 3.500 e 4.500 euro annui per la gestione commercianti. Le imposte locali (TARI, IMU se proprietari) aggiungono ulteriori 2.000-8.000 euro annui.

Complessivamente, la pressione fiscale totale può raggiungere il 40-50% del margine operativo lordo. È fondamentale destinare almeno il 30% del fatturato netto a imposte e contributi per evitare problemi di liquidità. Una pianificazione fiscale accurata con consulenti specializzati può ottimizzare significativamente questo aspetto.

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Qual è il margine operativo netto medio e l'utile atteso?

Il margine operativo netto rappresenta la redditività effettiva dopo tutti i costi operativi.

Per la maggior parte dei ristoranti italiani, il margine operativo netto si attesta tra il 5% e il 12% del fatturato totale. I ristoranti gourmet ben gestiti possono raggiungere margini del 10-15%, mentre le pizzerie si collocano mediamente nel range 6-10%. I ristoranti fast casual, grazie ai processi standardizzati, registrano spesso margini superiori alla media (10-15%).

Per un ristorante con 300.000 euro di fatturato annuo, l'utile netto oscilla tra 15.000 e 36.000 euro. Un locale da 500.000 euro di fatturato può generare utili di 25.000-60.000 euro annui. I primi due anni di attività registrano tipicamente margini inferiori per i costi di avviamento e la curva di apprendimento.

La stagionalità influenza significativamente i risultati: molti ristoranti concentrano il 60-70% degli utili nei mesi estivi e durante le festività. Una gestione ottimale prevede la costituzione di riserve nei periodi favorevoli per affrontare i mesi meno redditizi.

Come cambiano i margini con l'aumento di scala?

L'espansione a più punti vendita può migliorare significativamente la redditività attraverso economie di scala.

Un singolo ristorante affronta costi fissi interamente sul proprio fatturato, limitando i margini al 5-12%. Con 3-4 punti vendita, si creano importanti sinergie: centralizzazione degli acquisti con sconti del 15-25%, condivisione dei costi amministrativi, ottimizzazione della logistica e standardizzazione dei processi.

Le catene di media dimensione raggiungono tipicamente margini operativi del 12-18% grazie al maggiore potere contrattuale con fornitori, alla possibilità di investire in tecnologie avanzate e alla specializzazione del personale. I costi di marketing si distribuiscono su più punti vendita, aumentando l'efficacia degli investimenti pubblicitari.

Tuttavia, la gestione multi-location richiede competenze manageriali superiori e sistemi di controllo più sofisticati. Il break-even per il secondo punto vendita si raggiunge generalmente entro 18-24 mesi, mentre dal terzo in poi i tempi si riducono a 12-18 mesi.

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Quali strategie adottare per migliorare i margini e ottimizzare i costi?

L'ottimizzazione dei margini richiede un approccio sistematico su più fronti operativi.

  • Controllo rigoroso del food cost: implementare sistemi di pesatura delle porzioni, rotazione FIFO delle scorte, menu engineering per privilegiare piatti ad alto margine
  • Gestione intelligente del magazzino: ridurre gli sprechi attraverso pianificazione accurata degli acquisti, utilizzo di app anti-spreco, trasformazione degli avanzi in nuovi piatti
  • Ottimizzazione della carta bevande: sviluppare una selezione di vini e cocktail ad alto margine, formare il personale per il suggestive selling
  • Digitalizzazione dei processi: sistemi POS integrati, prenotazioni online, gestione automatizzata dell'inventario per ridurre errori e tempi morti
  • Revenue management: prezzi dinamici per fascie orarie, menu degustazione per aumentare lo scontrino medio, strategie di upselling e cross-selling
  • Efficienza energetica: investimenti in attrezzature a basso consumo, illuminazione LED, sistemi di climatizzazione intelligenti per ridurre le utenze del 20-30%
  • Negoziazione strategica: revisione periodica dei contratti con fornitori, valutazione di fornitori alternativi, acquisti collettivi con altri ristoratori

Esempi concreti di scenari economici: bistrot da 30 coperti vs ristorante da 80 coperti

Analizziamo due scenari realistici per comprendere concretamente le dinamiche economiche del settore.

Voce Piccolo Bistrot (30 coperti) Ristorante Medio (80 coperti) Differenza % Note
Coperti/giorno 45 120 +167% Rotazione 1.5x vs 1.5x
Scontrino medio 25 € 30 € +20% Posizionamento superiore
Fatturato mensile 33.750 € 108.000 € +220% Base di calcolo
Fatturato annuale 405.000 € 1.296.000 € +220% 12 mesi
Food & Beverage Cost 121.500 € (30%) 388.800 € (30%) - Stesso controllo costi
Costi personale 121.500 € (30%) 453.600 € (35%) - Più staff necessario
Affitto 36.000 € (9%) 72.000 € (5.5%) - Economia di scala
Altri costi fissi 60.750 € (15%) 155.520 € (12%) - Diluzione costi
Utile netto 65.250 € (16%) 226.080 € (17.5%) +247% Migliore efficienza
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Conclusione

Aprire un ristorante in Italia può essere redditizio ma richiede una gestione attenta e competente. I margini netti oscillano tipicamente tra il 5% e il 15%, con una media del settore intorno all'8-10%. Il successo dipende dal controllo rigoroso dei costi, dalla qualità dell'offerta gastronomica e dalla capacità di adattarsi alle dinamiche del mercato locale.

La chiave del successo risiede nell'equilibrio tra qualità del servizio e sostenibilità economica. Un business plan dettagliato, il monitoraggio costante dei KPI operativi e la flessibilità nell'adattare l'offerta alle esigenze della clientela sono elementi fondamentali per costruire un'attività redditizia nel lungo termine.

Questo è proprio uno degli aspetti che approfondiamo nel nostro business plan completo per aprire il tuo ristorante.

Questo articolo ha uno scopo puramente informativo e non deve essere interpretato come una consulenza finanziaria. Si consiglia ai lettori di rivolgersi a un professionista qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento. Decliniamo ogni responsabilità per eventuali azioni intraprese sulla base delle informazioni fornite.

Fonti

  1. Appvizer - Redditività del ristorante
  2. Il Mio Business Plan - Fatturato medio ristorante Italia
  3. Master Restaurant - Scontrino medio ristorante
  4. SumUp - Quanto guadagna un ristorante
  5. BSness - Quanto costa aprire un ristorante
  6. Novicrea - Costo del personale ristorante
  7. ANPIT Piemonte - Incidenza costo personale
  8. TeamSystem - Quanto guadagna un ristorante
  9. FIPE - Rapporto Ristorazione 2024
  10. Waiterio - Margine di profitto ristorante
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