Questo articolo è stato scritto dal nostro esperto che sta analizzando il settore e aggiornando costantemente il nostro business plan per un progetto di ristorante.
Se stai pensando di aprire un ristorante, sei nel posto giusto.
In Italia, il settore della ristorazione vale oltre 96 miliardi di euro e continua a evolversi rapidamente, tra nuove tendenze digitali e cambiamenti nelle abitudini dei consumatori.
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Il mercato della ristorazione in Italia ha raggiunto 96 miliardi di euro nel 2024, ma affronta sfide importanti con un saldo negativo di oltre 18.000 chiusure annue.
I segmenti in maggiore crescita sono le dark kitchen (+10% annuo), le catene (+11%) e il fast casual (+9%), mentre il delivery rappresenta ormai il 19-30% del fatturato per chi lo offre.
Indicatore chiave | Valore 2024 | Trend |
---|---|---|
Fatturato totale settore | 96 miliardi € | +0,7% vs 2023 |
Nuove aperture | 10.719 | Stabile |
Chiusure | 29.097 | Saldo -18.378 |
Ticket medio ristorante | 23,6 € | Variabile per città |
Margine operativo netto | 5-7% | Sotto pressione |
Incidenza delivery | 19-30% | In crescita |
Occupati settore | 1+ milione | In crescita |

Quanto vale oggi il mercato della ristorazione in Italia?
Il mercato della ristorazione italiana ha raggiunto 96 miliardi di euro di consumi fuori casa nel 2024, con un valore aggiunto di 59,3 miliardi.
Nel 2022 il settore valeva 43,5 miliardi di valore aggiunto, salito a 54 miliardi nel 2023 quando il fatturato totale aveva toccato i 92 miliardi. Solo il segmento dei ristoranti classici genera oggi 41 miliardi di fatturato.
La crescita è stata modesta nell'ultimo anno: +0,7% di fatturato e +1,4% di valore aggiunto rispetto al 2023. L'Italia mantiene il primato europeo per fatturato nel canale ristoranti, superando Francia e Germania.
Il settore rappresenta una componente fondamentale dell'economia italiana, ma la crescita rallenta dopo il boom post-pandemia del 2022-2023.
Dove stanno aprendo i nuovi ristoranti e quanti sono?
Nel 2024 sono stati aperti 10.719 nuovi ristoranti in Italia, di cui 2.371 solo nel primo semestre.
Il Sud e le Isole guidano le aperture con il 32,5% del totale, seguite dal Nord Ovest (25,3%), Centro (23,9%) e Nord Est (18,3%). Lombardia, Lazio e Toscana sono le regioni con il maggior numero di nuove imprese in valore assoluto.
La cucina italiana tradizionale domina le nuove aperture, rappresentando oltre il 60% dei nuovi locali. Milano, Roma e Napoli sono le città con la maggiore concentrazione di nuove attività, mentre crescono anche i centri minori del Sud.
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Perché chiudono così tanti ristoranti in Italia?
Nel 2024 hanno chiuso 29.097 ristoranti, creando un saldo negativo di 18.378 unità rispetto alle nuove aperture.
Causa di chiusura | Impatto (%) | Dettagli |
---|---|---|
Aumento costi operativi | 35% | Energia, materie prime, affitti in crescita |
Carenza personale | 25% | Difficoltà a trovare cuochi e camerieri qualificati |
Cambiamento consumi | 20% | Shift verso delivery e fast casual |
Improvvisazione gestionale | 15% | Mancanza di competenze imprenditoriali |
Altri fattori | 5% | Riciclaggio, lavoro nero, problemi legali |
Il tasso di sopravvivenza è dell'81% dopo un anno, ma scende al 66% dopo tre anni e al 54% dopo cinque anni. Solo la metà dei ristoranti aperti oggi sarà ancora attiva tra cinque anni.
Quali format di ristorazione stanno crescendo di più?
Le dark kitchen guidano la crescita con oltre il 10% annuo, seguite dalle catene che crescono dell'11% e stanno conquistando quote di mercato importanti.
- Dark kitchen: +10% annuo di crescita, con un boom del 20% di nuove aperture nel 2025 concentrate nelle grandi città
- Catene e franchising: +11% di crescita annua, con espansione di McDonald's, Burger King, KFC e nuovi brand
- Fast casual: +9% di crescita, trainato da digitalizzazione e modelli ibridi tra fast food e ristorante tradizionale
- Quick service restaurant: Crescita costante grazie a prezzi contenuti e servizio veloce
- Street food: Ancora marginale (1% del mercato) ma in espansione nelle città turistiche
Il ristorante tradizionale full service perde quote di mercato a favore di format più agili e digitalizzati.
Quanto conta il delivery per un ristorante oggi?
Il delivery è passato dal 5% pre-pandemia al 19% medio del fatturato nel 2024 per chi offre il servizio, con punte del 30-40% nelle grandi città.
Il mercato del food delivery vale oggi 1,5 miliardi di euro, con una crescita del 59% rispetto al 2020. Per i ristoranti più piccoli e quelli situati in zone periferiche, il delivery può rappresentare fino al 40% degli incassi totali.
Le piattaforme principali (Deliveroo, Just Eat, Uber Eats, Glovo) intermediano la maggior parte degli ordini, trattenendo commissioni tra il 15% e il 30%. Molti ristoranti stanno sviluppando sistemi di delivery proprietari per ridurre i costi.
Il delivery non è più un servizio accessorio ma una componente strutturale del business, essenziale per la sopravvivenza di molte attività.
Quanto spendono i clienti nei diversi tipi di ristorante?
Il ticket medio varia enormemente in base al tipo di locale e alla città, da 3,5 euro per un panino e caffè al bar fino a oltre 50 euro nei ristoranti di fascia alta.
Tipo di locale | Ticket medio (€) | Variazione per città |
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Bar (panino + caffè) | 3,5 - 6,8 | Terni min (3,5€), Trento max (6,8€) |
Pranzo completo bar | 4,8 - 6,7 | Roma (4,8€), Milano (6,7€) |
Fast food/Pizza al taglio | 8,5 - 8,6 | Uniforme in Italia |
Dark kitchen delivery | 12,4 | +20% nelle grandi città |
Ristorante tradizionale | 23,6 | Milano/Roma +30% vs media |
Fine dining | 50+ | Concentrato in città turistiche |
Le città del Nord registrano prezzi mediamente più alti del 20-30% rispetto al Sud, con Milano e Venezia ai vertici nazionali.
Quali sono i margini di guadagno reali di un ristorante?
Il margine operativo netto medio si attesta tra il 5% e il 7%, con un EBITDA che può raggiungere il 10% per le realtà meglio gestite.
Il food cost (costo materie prime) incide per il 25-35% sui ricavi, mentre il personale rappresenta la voce più pesante con il 30-40%. L'affitto dovrebbe mantenersi tra l'8% e il 14% per garantire sostenibilità.
I costi operativi (utenze, marketing, manutenzioni) assorbono un ulteriore 15-20% dei ricavi. Con questi numeri, un ristorante che fattura 500.000 euro l'anno può aspettarsi un utile netto tra 25.000 e 35.000 euro.
Le catene e i format standardizzati riescono a ottenere margini superiori grazie a economie di scala e ottimizzazione dei processi.
In quanto tempo si recupera l'investimento iniziale?
Il tempo medio di rientro dell'investimento varia tra 3 e 5 anni, dipendendo fortemente da location, format e capacità gestionale.
Un bistrot da 30 posti richiede un investimento iniziale di circa 120.000 euro, mentre un ristorante tradizionale da 150 coperti può arrivare a 250.000 euro. Le dark kitchen richiedono investimenti minori (50-80.000 euro) con tempi di rientro più rapidi.
Il primo anno è critico: il 19% delle attività chiude entro 12 mesi. Chi supera i primi tre anni ha buone probabilità di stabilizzarsi e iniziare a generare profitti consistenti.
Location strategiche in zone ad alto traffico possono dimezzare i tempi di rientro, mentre errori nella scelta del posto possono rendere impossibile il recupero dell'investimento.
Quanto costa il personale in un ristorante?
Il settore impiega oltre 1 milione di lavoratori dipendenti, con un costo medio annuo di circa 100.000 euro lordi per un piccolo ristorante con 3 dipendenti.
Il costo del personale rappresenta la voce più pesante del conto economico, incidendo per il 30-40% sul fatturato. Un cuoco qualificato costa mediamente 25-30.000 euro lordi annui, un cameriere esperto 20-25.000 euro.
La carenza di personale qualificato è un problema cronico: mancano 258.000 lavoratori nel settore. Questo porta a un aumento dei costi per trattenere i dipendenti migliori e difficoltà operative per chi non riesce a trovare staff.
Molti ristoratori ricorrono a contratti atipici o lavoro nero per contenere i costi, ma questa pratica espone a rischi legali significativi e controlli sempre più frequenti.
Come si può finanziare l'apertura di un ristorante?
Le opzioni di finanziamento sono diverse, dal capitale proprio ai prestiti bancari, passando per agevolazioni pubbliche e formule innovative.
- Capitale proprio: Resta la fonte principale, coprendo almeno il 30-40% dell'investimento totale
- Finanziamenti bancari: Prestiti a medio-lungo termine con tassi dal 4% al 7%, richiedono garanzie solide
- Agevolazioni pubbliche: Incentivi per giovani sotto i 35 anni, donne imprenditrici, disoccupati (fino al 50% a fondo perduto)
- Franchising: Riduce il rischio imprenditoriale ma richiede royalty del 5-8% sul fatturato
- Crowdfunding: Per concept innovativi, permette di raccogliere 50-200.000 euro testando il mercato
- Business angel: Investitori privati per progetti scalabili, cedendo quote del 20-40%
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Quali permessi servono e quanto tempo ci vuole?
L'iter burocratico richiede da 1 a 6 mesi, variando significativamente in base al Comune e alla complessità del progetto.
La SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) è il documento principale, da presentare al SUAP comunale. Serve l'autorizzazione sanitaria ASL, che verifica il rispetto delle norme igieniche e la conformità dei locali.
Altri adempimenti includono: certificato HACCP per la sicurezza alimentare, permessi per occupazione suolo pubblico se previsti dehors, autorizzazioni per insegne e pubblicità, contratti conformi al CCNL di settore, documento valutazione rischi per la sicurezza.
I costi burocratici variano da 2.000 a 10.000 euro tra consulenze, pratiche e adeguamenti. Affidarsi a professionisti specializzati può accelerare i tempi e evitare errori costosi.
Come si attraggono clienti in un mercato così competitivo?
La presenza digitale è diventata fondamentale: l'80% dei clienti consulta recensioni online prima di scegliere dove mangiare.
- Social media: Instagram per il visual storytelling del menu, Facebook per eventi e promozioni, TikTok per raggiungere il pubblico giovane con contenuti virali
- Piattaforme di prenotazione: TheFork genera in media il 20% delle prenotazioni, Google Maps è essenziale per la visibilità locale
- Recensioni online: Rispondere a tutte le recensioni su TripAdvisor e Google aumenta la fiducia del 35%
- Food influencer: Collaborazioni mirate possono portare 100-500 nuovi clienti per ogni post
- Delivery app: Presenza su tutte le principali piattaforme amplia il bacino del 30-40%
- Marketing locale: Eventi, degustazioni, partnership con aziende della zona
Un budget marketing del 3-5% del fatturato è il minimo per rimanere competitivi nel mercato attuale.
Conclusione
Questo articolo ha uno scopo puramente informativo e non deve essere interpretato come una consulenza finanziaria. Si consiglia ai lettori di rivolgersi a un professionista qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento. Decliniamo ogni responsabilità per eventuali azioni intraprese sulla base delle informazioni fornite.
Il mercato della ristorazione italiana si trova in una fase di profonda trasformazione, con opportunità interessanti nei segmenti innovativi ma sfide significative per i format tradizionali.
Chi vuole entrare in questo settore deve prepararsi accuratamente, considerando l'alto tasso di mortalità delle nuove aperture e la necessità di differenziarsi attraverso digitalizzazione, qualità del servizio e gestione oculata dei costi.
Fonti
- Rapporto Ristorazione FIPE 2024
- Rapporto Ristorazione FIPE 2025
- GDO Week - Italia prima in Europa
- Ristorazione Italiana Magazine - Analisi chiusure
- TheFork - Osservatorio nuove aperture
- Mordor Intelligence - Italy Foodservice Market
- Viqal - Guida margini di profitto
- SumUp - Osservatorio pausa pranzo
- Info Franchising - Guida apertura ristorante
- Il Mio Business Plan - Business Plan Ristorante